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antologia poetica provenzale 299


Ti labro que, misteriouso,
Gardon la liquour melicouso,
Dequé diran?
Dequé diran quand mi pensado
De ma pauru amo matrassado
S’escaparan?
Saras-ti la counsoularello,
O ben l’orro serp que pivello
Pèr miés tuia?
Saras-ti la flour dóu printèms,
O l’aubre maudi qu’ en tout tèms
Es desfuia?.
Ai tant besoun que me sourrigues,
E que, pietadouso, me digues
Un mot d’amour!
Que sus moun front ta man de fado
Passe, fineto e perfumado,
’Mé sa frescour!


Le tue labbra, che misteriose, custodiscono un liquore dolcissimo, che diranno? Che diranno quando i miei pensieri dalla povera anima mia addolorata sfuggiranno? Sarai tu la consolatrice, ovvero l’orrida serpe che affascina per meglio uccidere? Sarai il fiore di primavera, o l’albero maledetto, che in ogni tempo è privo di foglie? Ho tanto bisogno che mi sorrida, e che pietosa, mi dica una parola d’amore. Che sulla mia fronte la tua mano di fata passi, sottile, profumata e fresca.