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242 | antologia poetica provenzale |
Gabriel Perrier.
LA FARANDOULO.
La farandoulo, nàutri la faren
Riboun-ribagno,
Emé jamai la cagno;
Leu, leu, leu. nous agantaren,
Man dins la man, coume uno lungo escagno,
E sautaren jusqu’à n’en perdre alen.
Escarrabiho
Lì gènti tìho
Que viraran emé 11 bèu jouvènt;
Li calignaire
Soun de cantaire,
Mai per canta n’i’a ges de plus vatènt.
Lou tambour pico,
E la musico
Nous reviscoulo, subran, que-nnun-sai!
LA FARANDOLA.
La Farandola, noi la faremo ad ogni costa, senza aver mai fastidio; presto, presto, presto, intrecciati, la mano nella mano, come una lunga matassa, e salteremo fino a perdere il fiato. Eccita le gentili fanciulle, che gireranno coi bei giovani, gl’innamorati sono cantori, e per cantare non ve n’ha di più bravi. Il tamburo batte, e la musica ci fa subito trasalire, da non dirsi.