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antologia poetica provenzale 237

À MA PAURO MORTO.

1.

Sa fenèstro emé la miéuno

Just se fasien vis-à-vis,
E, la Siéuno èro duberto,
Aquéu matin de printèms.
Elo, que se penchinavo,
En risènt à soun mirau,
I rai de la souleiado
Mesclavo l’or de si péu.
Aurias di ’no perlo tino
Dins uno roso d’abriéu
Que sa gràci nous pivello...,
E dardai emai prefum
Gisclant de si treno sauro
Encadenèron moun cor.


ALLA MIA POVERA MORTA.

1.

La sua finestra colla mia erano appunto una di fronte all’altra, e la sua era aperta in quel mattino di primavera. Ella, che si pettinava, ridendo al suo specchio, coi raggi del sole confondeva l’oro dei suoi capelli. Avreste detto una perla fina in una rosa d’aprile che ci affascina colla sua grazia. E raggi e profumi, zampillando dai suoi capelli biondi, incatenarono il mio cuore.