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214 | antologia poetica provenzale |
E de soun trone, dins la colimbo,
L’aubre de tésto-pouncho toumbo.
Pereilavau, es uno trounibo
Que trono, e reboumbis en un long tremoulun.
Ehi ben, majestous coume un papo,
Dins soun emperialo capo
Quand veguère aquèu mèle agouloupa, qu’ ansin
Precipitave de l’empèri,
A vous lou dire sèns mistèri,
Un frejoulon de cementèri
Me passè dins lou cors, coume s’ère assassini
La sóuvertouso bouscarasso
S’estrementiguè, touto en rajo,
D’ourrour I Mai, despietous, iéu me pènje i casèr,
E piqué dur: di trounc que souscon
I nivo lis estello espouscon;
Li loubatas alili tabouscon;
Lis aiglo en gingoulant s’enauron dins lis èr.
E dal suo trono l’albero cade a testa giù nella valle. Nel fondo è come una tromba che fa sentire i suoi rimbombi con lungo fremito. Ebbene, quand’io vidi quel larice, avviluppato nel suo mantello imperiale, maestoso come un papa, che in tal modo precipitavo dall’impero, a dirvela schietta, un bri vido di morte mi passò pel corpo, come se fossi stato un assassino. La boscaglia formidabile si scosse tutta d orrore. Ma allo scaglione io mi sospendo e senza pietà colpisco a più non posso; dei tronchi che gemono gli scoppi salgono alle nubi; lontano i vecchi lupi sloggiano e nel cielo stridendo s’innalzano le aquile.