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antologia poetica provenzale 189


— Mountas-la, mountas la malauto!
Venien; à la capello z-auto
Mountas-la tout-d’un-tèms! Que toque li sants osi
Dins si caisso miraclejanto
Que baise misti grandi Santo
De si bouqueto angounisanto! —
Li temo tout-d’un-tèms l’arrapon entre dos.
De pèr-d’aut de la glèiso bello,
i’a tres autar, i’a tres capello
Bastido uno sus l’autro en blo de roucas viéu.
Dins la capello sousterrado
I’a Santo Saro, venerado
Di brun Bóumian; mai aubourado,
La segoundo es aquelo ounte es l’autar de Diéu.
Sus li pieloun dóu Santuàri,
La capeleto mourtuàri
Di Mario, amoundaut, s’enarco dins lou cèu,


Portatela, portate la malata, dicevano, alla cappella alta, portatela subito I Che tocchi le sante ossa. Nelle loro casse miracolose, che baci le nostre grandi Sante colle labbra agonizzanti. Le donne tostò P afferrano a due. Nella parte alta della bella chiesa, sono tre altari sono tre cappelle, costruite una sull’altra in blocchi di viva roccia. Nella cappella sotterranea v’è Santa Sara, venerata dai bruni zingari, piu alta, la seconda racchiude l’altare di Dio. Sui piloni del santuario, la cappelletto mortuaria delle Atarie innalza la sua volta al cielo.