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antologia poetica provenzale | 187 |
Di Mario que s’envoulavon
Ansili li paraulo calavon,
Calavon pau-à-pau, de nivo en nivu d’or:
Semblavo un resson de cantico,
Semblavo uno liuencho musico
Qu’en dessus de la glèiso antico
S’enanavo emé l’auro. Elo. dirias que dor
E que pantaio ageinouiado,
E qu’uno estranio souleiado
Encourouno soun front de nouvèlli bèuta.
Mai, dins lis erme e lì jouncado.
Si vièl parént tant l’an cercado
Qu’à la perfin l’an destouscado;
F. dre, souto lou porge, alucon espanta.
Prenon pamens d’aigo-signado,
Mandon au front sa man bagnado;
Sus lou hard que respond e la femo e lou vièi
Delle Marie che sparivano cosi si spegnevano le parole. si spegnevano a poco a poco, di nube d’oro in nube d’oro, simili a un’eco di cantico, simili a una musica lontana che al disopra della chiesa antica, se ne sarebbe andata colla brezza. Ella, sembra che dorma E che sogni inginocchiata, e che uno strano irradiamento di sole coroni la sua fronte di nuove bellezze. Ma nelle lande e nei giuncheti i suoi vecchi l’hanno tanto cercata, che finalmente l’hanno scoperta e in piedi, sotto il portico, guardano stupefatti. Prendono intanto l’acqua benedetta e portano alla fronte la mano umida. Sulla lastra sonora la donna ed il vecchio