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112 | antologia poetica provenzale |
Paure de iéu! s’aujave escambarla
Voste Pegase, auiéu leu davala.
Se sarié lèu desfa de iéu, pecaire!
E vautre alor dirias: Se vouliès faire
De ver, Garcin, te nen foulié mela
Un pau pu tard!
A J. ROUMANILLE.
Ale renes quenounsai de ce qu’escrive gaire:
Roumanille, que vos? sieu qu’un nouvèu vengu.
A toun pouli rigòu ai panca proun begu:
Es que desempìèi hier que m’as rendu troubaire.
(Li Prouvençalo). |
Povero me. se avessi osato inforcare il vostro Pegaso, sarei tosto caduto. Si sarebbe subito sbarazzato di me, poveretto! E voi allora avreste detto: Se volevi fare versi, Garcin, dovevi pensarci un po’ più tardi! A. Roumanille. — Non rimproverarmi troppo di ciò che scrivo, Roumanille, che vuoi? sono un nuovo venuto. Al tuo bel ruscello non ho abbastanza bevuto: è che solo da ieri mi hai fatto trovatore.