Pagina:Antichi monumenti di Siracusa.djvu/14


X    4    X

indi portar la guerra in Corsica, in Africa, nell’Adriatico, e mieter da per tutto palme, e trionfi, e fondar colonie, come rapporta Cicerone, parlando di Caĵo Verre; ma vedrete la sola Ortigia, ridotta a una delle piazze le più rispettabili di Europa.

Siracusa terminò d’esser quell’ampia Republica del mare, e della terra insieme dominatrice, e signora. Non più le genti le più famose, le più forti, le più splendide si recheranno a singolare ambizione d’esserle, come allora, confederate, e amiche, perché resa potente, ed esteso il suo impero non che dentro, ma fuori della Sicilia ancora. Il genio però, la coltura, l’eleganza, le invenzioni, i sistemi scientifici, le scuole, le accademie, e i libri dei Siracusani son noti in qualunque angolo del Mondo, ove splende raggio di verità. I divini ingegni, di cui pochi uguali ne fiorirono in altre parti, che lor si possan paragonare, nacquero in Siracusa.

Voi, o dotti Viaggiatori, ritrovandovi in questa mia Patria, visiterete una Città, che un tempo fu madre di varie città d’Italia, e della Sicilia; sede di potentissimi Monarchi; celeberrima per le Accademie di Platone, e quindi de’ Pittagorici, in cui le arti più scabrose, e le più profonde scienze fiorirono, e a vantaggio d’un mondo intero gloriosamente inventate. Voi ve-