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Uffizi e di Mercato Nuovo, per le colonne di San Lorenzo e di Santo Spirito, per la cappella dei Gaddi in Santa Maria Novella, per il coro dell’Annunziata, per alcune porte a Pitti.

La pietra del fossato, privilegiata fra le pietre serene per il colore azzurrigno e per la durata, servì nelle cappelle di Santa Croce e a Michelangelo per la libreria e la sagrestia di San Lorenzo.

E lì vicino, sempre nel tenimento della villa di Majano, vi è la cava di Trassinaia, donde per apposita deliberazione del comune di Firenze furono tratte le pietre che servirono alle leghe nella fabbrica di Santa Maria del Fiore sotto la direzione di Filippo Brunelleschi. Questi, come risulta dai documenti dell’opera del Duomo, si recava più volte a Trassinaia, cavalcando una mula adatta a quei dirupati sentieri, per sorvegliare l’estrazione e il taglio di quelle pietre. Nessuna cura pareva troppo minuta al grande architetto