Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 70 — |
con un gomito, la direzione da tramontana a mezzogiorno, vede le grandiose rovine di Vicegrad: grandiose e bellissime, fra quello che i Turchi e gli Austriaci si compiacquero di non distruggere e quello che ora vi rifabbricano gli Ungheresi. Vicegrad era nel secolo XV la Versailles dei Re d’Ungheria, e fra gli altri vi tenne corte splendida Mattia Corvino, uno dei principi più generosi tra i fautori del rinascimento intellettuale ed artistico.
Fu appunto alla corte di Vicegrad che un glorioso artista di Majano, Benedetto, si diede all’arte della pietra e dei marmi, dopo avere esercitato quella più modesta della tarsia in legno. Poichè il Vasari è uno dei pochi storici dell’arte che si leggono con diletto, Ella può consultarlo a questo proposito senza paura di sbadigliare; e vedrà il come e il perchè Benedetto si convertisse a un’arte che era per lui arte di famiglia, arte naturale del suo paese.