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ritevoli; intesseva ghirlande di spinoso melarancio per tormentarsi le carni innocenti; il giorno di Sant’Andrea pensando alla croce cadeva in deliquio per esuberante amor di Dio; impiegava le passeggiate a recitare fervorose orazioni...

Non è vero, Contessa, che simili fanciullezze sovrumane mettono paura? La poverina fu presto così mal ridotta di salute che i genitori la trattennero quassù a fare la cura dell’acciaio, che allora si usava come ora il ferro, per infondere un po’ di forza naturale allo scarso sangue...

Pure i sensi li aveva, e nelle sue opere si trova qualche reminiscenza campestre. Essa osserva che «chi fa il suo albergo nei monti conserva il suo corpo più sano perchè quivi l’aria è più pura, e i frutti che vi sono, sono più rari... non ci arrivando tante nebbie e così folta caligine.» E pare che non le fosse sfuggita l’industria dell’ortolano: perchè discorrendo degli alberi fruttuosi dice: «alcuni non biso-