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versi di Firenze: ecco il Monte Ceceri, che si innalza tra Fiesole e Majano «nelle piagge del quale fra gli strabocchevoli balzi surgea d’alberi, di querce, di cerri, di abeti, un folto bosco e disteso fino alla sommità.»
E che cosa volete conchiudere? mi domanderà Lei che ama la logica con una rettitudine rara anche fra le donne che hanno il cervello non minore del cuore.
Già, se pur non avessi nulla da conchiudere, sarebbe già per me una gran conclusione quella di aver trovato argomento a discorrere con Lei. Ma questa volta ho da concludere dell’altro: e cioè che un paese così vivo nelle opere di uno scrittore come Boccaccio ha, oltre le sue naturali attrattive, un’attrattiva spirituale così potente da acquistare tutte le sue simpatie... E da Lei non domando di meglio per esso, né per me, suo devotissimo servo.