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giarne di quello prelibato, poichè fa dire al suo Dio:
Fiesole viva, e seco viva il nome |
O il mio buon Redi! era il poeta favorito della mia prima gioventù: la serena festività del suo facile canto mi riposava dalle faticose ammirazioni scolastiche ai grandi epici, dalle tormentose interpretazioni di Dante, dalle terribili parafrasi di Virgilio, dalle spaventose traduzioni d’Omero. Quale voluttà in quei versi che si capivano senz’altro! E non c’entrava per poco la singolarità del metro con quella varietà di versi sterminati e minimi!... Ora i giovani si riposano colle lascivie dei nuovi poeti elzeviriani e non ammettono poesia che sia stampata coi versi che incominciano per lettera maiuscola.
Bacco è un Dio insipido: Venere vo-