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il magnanimo) e pare che Filippo la traducesse in italiano.
Il figlio di questo, Bartolommeo, spinse la devozione ai Medici fino ad essere commissario di Clemente VII contro la libertà fiorentina: ma forse lui credeva di far il bene della patria: quando vide la signoria dei Medici diventar tirannia, li rinnegò e seguì a Montemurlo lo Strozzi: colà fu preso con due dei suoi giovani figli; il Duca Cosimo non risparmiò la testa che al secondogenito: il primogenito Filippo seguendo il padre al patibolo ebbe a lagnarsi di avergli troppo obbedito. Povero giovine! rimpiangeva probabilmente le tranquille delizie di questo colle di Majano che a que’ tempi veniva chiamato colle Valori, in omaggio allo splendore della casata. Quanto alla villa che possiamo chiamare la villa di Platone, il Duca la confiscò a benefizio del suo maestro di camera. Servidorame e servitù! così portavano i nuovi e duri destini di Firenze.