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dere alla vera dignità dei sentimenti, è filosofia da galantuomo e conviene cogli squisiti istinti delle gentildonne.

Ella sa di certo dell’amor platonico: una cosa difficile, meno solida di quell’altro amore: anzi quello sregolataccio di Brantóme (che Lei non ha mai voluto confessarmi d’aver letto) sostiene che l’amor platonico finisce sempre in quell'altro, come un affluente nel fiume: ma insomma una vita propria gliela concede anche lui: immaginarsi poi se non gliela concedono loro donne, per cui l’ideale è il più reale dei bisogni!...

Dunque, se non altro per amore dell’amor platonico, Ella userà cortesia alla filosofia di Platone e al suo grande apostolo in Italia, il quale usò all’amore la cortesia di scrivere Dell’amore onesto. Cinquecento anni fa questa filosofia era al potere con Lorenzo il Magnifico, come lo è ai tempi nostri una filosofia affatto opposta. Per far fortuna bastava allora essere pla-