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Se io le dico che Majano ha il monte di Fiesole alle spalle e il piano di Firenze ai piedi, Lei mi risponde che questo lo vede anche da una carta geografica: se le soggiungo che i colli di Majano sono parte nudi e rocciosi, parte vestiti di boscaglie, fioriti di giardini, piantati di vigne e oliveti, coltivati di granaglie e ortaggi, popolati di ville e di castelli, Lei mi risponde che questo lo rileva anche dalla carta topografica del regio Stato Maggiore.

Se le aggiungo che dalla terrazza di Majano si abbraccia in un colpo d’occhio un esteso panorama, nel quale la luce può sfoggiare tutta la ricchezza delle gradazioni nei tuoni dell’azzurro, del verde e del grigio, Lei mi può ribattere che se lo immagina agevolmente.

Se io la invito a godere da quella terrazza nelle diverse ore del giorno le trasformazioni prodotte in quei tuoni permanenti dal primo accendersi della luce rosea mattutina, all’aureo scintillare del