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rerunt. Tirequeau in Leg. XV. Gloss. part. i. vale a dire, ardisco affermare costantemente, che il vino usato dalle donne per ordinaria bevanda, loro impedisce di dar alla luce prole ben sana, e robusta... E chi non sa, che le Romane donne non beveano vino, perciò davano alla luce figliuoli robustissimi! lo che confermato viene dai Dottori fisici, e dalla sperienza.
(e) Chi ha girata l’Europa lo può accertare; e senza andar lungi, nel sol Regno di Sardegna una figlia stenterebbe a maritarsi, se fosse colta a bere vino.
(f) Nel volere offerire un Piemontese sedendo a mensa nella Città di Lione ad una Signora Francese del vino, ebbe da essa in ringraziamento dell’offerta queste parole. Nous bevons pas du vin, comme font les femmes a Turin.
(g) Nelle leggi antiche Romane evvi questa: si mulier vinum biberit, uti adulteram puniunto, cioè se la donna beverà vino, sarà punita come adultera. Egnazio Metello uccise a colpi di bastone la consorte, che la sorprese a bere vino; così ci rapportano molti celebri Autori, tra’ quali Alessandro di Alessandro de victu Romanorum lib. 3. cap. ii., e ciò a cagione de’ grandi danni, che arreca il vino alla donna, e alla generazione umana, che da essa ne procede.
(h) Il P. Gaetano Maria da Bergamo gran Maestro di spirito nel suo trattato intitolato: Esame pratico sopra il vizio dell’osteria, dopo di aver dimostrato i grandissimi danni, che dalla troppa odierna abbondanza introdotta delle vigne ne derivano all’umanità, così soggiunge a pag. 6. E chi non direbbe essere adesso quasi a tal termine di doversi rendere grazie alla provvidenza di Dio, qualora manda tempeste a rovinare le vigne?