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donne, altri pregiudizj a queste si aggiungono, tra quali, che le rende soggette a gravi perdite, attese le molte anastomosi, di cui è fornito l’utero, facili a rompersi dall’irritamento del calorifico vino; le rende balorde, stizzose, e le fa divenir vecchie, e brutte anche in virilità, perchè, attesa la maggior loro delicatezza fisica, l’uso del vino facilmente le asciuga, corrugga, e infiappisce le parti più flacide, e vapide, come le guancie, e le mammelle, onde divengono mummie anche prima di 40. anni, e si rendono incapaci ad allattare, con loro grave danno, e della prole. È qui antico il proverbio: Donna cha beiv vin a dura dalla seira alla mattin, all’opposto, ove la donna non beve vino, si conserva bella, e vegeta sino alli 90., e anche 100. anni, come delle donne della Laponia, (sebben in paese freddissimo vicino al gelato polo) che non beono vino, ne fa testimonianza il celebre Storiografo Busching. L’eau est la boisson principale des Lapons... une veuve àgèe de 100. ans, & au de-là, treuve des amateurs. Anche in climi caldissimi (non temperati come qui), ove non si bee vino, li corpi degli uomini, e massime delle donne sono bellissimi, come ci accertano i viaggiatori. Ci riferisce anche il celebre Storico Gregorio Letti nella vita di Carlo V Imperadore, che nella presa della Goletta, e Tunisi nell’Affrica, seguita nel 1535, attesa la gran bellezza delle donne Turche Carlo V. ne inviò 50. in Madrid all’imperatrice sua consorte, e sei a sua figlia Margherita in Napoli.

(d) Ego quoque constantissime affirmare vinum obesse mulieribus ad gignendum fortes liberos... Quis autem nescit Romanas mulieres fuisse abstemias, aique invinias! & ex liberos fortissimos pepe-