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et il balsimo che l’acqua, e le pietre preziose piú che i monti e sassi, e fosseti dato per questa infermità quello piú nobile tesoro, non ne doverresti tu bene essere contento e bene allegro? — Rispose sancto Francesco: — Signore, io non sono degno di cosí prezioso tesoro. — E la voce di Dio disse a lui: Rallegrati, Francesco, però che quello è il tesoro di vita eterna, il quale io ti riserbo et insino a ora io te lo investisco, e questa infermità et afflizione è arra di quello tesoro beato. — Allora sancto Francesco chiamò il compagno con grandissima allegrezza di cosí groliosa promessa, e disse: — Andiamo allo cardinale; e consolando in prima sancta Chiara con sante parole e da lei umilmente accomiatandosi, prese il cammino inverso Rieti. E quando vi giunse presso, tanta moltitudine di popolo gli si fece incontro, che per certo elli non volle entrare nella città, ma andossene a una chiesa, ch’era presso alla città forse a due miglia. Sapendo poi i cittadini che era alla detta chiesa, a torme correvano a vederlo, intanto che la vigna della detta chiesa tutta si guastava e le uve erano tutte cólte. Di che il prete forte si doleva nello cuore suo, e pentivasi ch’elli avea ritenuto sancto Francesco nella chiesa. Essendo da Dio rivelato a sancto Francesco il pensiero dello prete, sí lo fece chiamare a sé, e diss’egli: — Padre carissimo, quante some di vino ti rende questa vigna per anno, quand’ella rende meglio? — Risponde che do-