et baroni e cavalieri ed altri gentili uomini e molti popolani e cardinali e vescovi et abati con altri chierici, per vedere quella cosí santa congregazione et umile, la quale il mondo non ebbe mai di tanti sancti uomini insieme. E principalmente veniano per vedere il capo e padre sanctissimo di tutta quella sancta gente, il quale avea rubato al mondo cosí bella preda e ragunato cosí belle e divote greggie a seguitare l’orme dello venerabile pastore Gesú Cristo. Essendo adunque ragunato tutto il Capitolo generale, il sancto padre di tutti e generale ministro sancto Francesco, in fervore di spirito, propone la parola di Dio; e predica loro in alta voce quello che lo Ispirito santo gli facea parlare: e per tèma del sermone propuose queste parole: — Figliuoli miei, grandi cose abbiamo promesse: ma troppo maggiori sono da Dio promesse a noi; osserviamo quelle che abbiamo promesse, et aspettiamo di certo quelle, che sono promesse a noi. Brieve è il diletto dello mondo; ma la pena che séguita ad esse è perpetua. Piccola è la pena di questa vita, ma la grolia dell’altra vita è infinita. — E sopra queste parole predicando divotissimamente, confortava et induceva i frati a obbedienza et a riverenza della sancta madre Ecclesia, a carità fraternale, ad adorare per tutto il popolo Iddio, ad avere pazienza nelle avversitadi dello mondo e temperanza nelle prosperità, a tenere mondizia e castità angelica, ad avere pace e concordia con