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☙ 55 ❧

Chiara, et uno de’ compagni di sancto Francesco colla compagna di sancta Chiara e poi tutti gli altri compagni s’acconciarono alla mensa umilemente. E per la prima vivanda sancto Francesco cominciò a parlare di Dio sí soavemente e sí altamente e sí maravigliosamente che, discendendo sopra loro l’abbondanza della divina grazia, tutti furono in Dio ratti. Et istando cosí ratti colli occhi e colle mani levate in cielo, gli uomini di Asciesi e di Bettona e quelli della contrada d’intorno vedevano che Sancta Maria delli Angioli e tutto il luogo e la selva, ch’era allora allato allo luogo, ardevano fortemente, e parea che fosse un fuoco grande che occupava la chiesa e lo luogo e la selva insieme. Per la qual cosa gli Asciesani con grande fretta corsero laggiú per ispegnere il fuoco, credendo fermamente ch’ogni cosa ardesse. Ma giungendo allo luogo e non trovando ardere nulla, entrarono dentro e trovarono sancto Francesco con sancta Chiara e con tutta la loro compagnia ratti in Dio per contemplazione, e sedere intorno a quella mensa umile. Di che essi certamente compresono che quello era istato fuoco divino e non materiale, il quale Iddio aveva fatto apparire miracolosamente a dimostrare et a significare il fuoco dello divino amore, dello quale ardevano le anime di quelli santi frati e sante monache; ond’essi tornarono con grande consolazione ne’ cuori loro, e con sancta edificazione. Poi, dopo grande ispazio,