simo. — E cosí disse tre volte, et nella terza volta sancto Francesco collo fiato levò frate Masseo in aria, e gittollo dinanzi da sé per ispazio d’una grande asta; di che frate Masseo ebbe grandissimo istupore, e recitò poi a’ compagni che in quello levare e sospingere collo fiato, il quale gli fece sancto Francesco, elli sentí tanta dolcezza d’animo e consolazione dello Ispirito santo che mai in vita sua non ne sentí tanta. E fatto questo, disse sancto Francesco: — Compagno carissimo, andiamo a Sancto Piero et a Sancto Paolo, e preghiamgli che ci insegnino et aiutinci possedere il tesoro ismisurato della santissima povertà; imperò che è tesoro sí degnissimo e sí divino, che mai non siamo degni di possedere ne’ nostri vasi vilissimi; conciò sia cosa che questa sia quella virtú cilestiale, per la quale tutte le cose terrene e transitorie si calcano, e per la quale ogni inpaccio si toglie dinanzi all’anima, et acciò ch’ella si possa liberamente congiungere con Dio eterno. Questa è quella virtú, la quale fa l’anima, ancóra posta in terra, conversare in cielo. cogli angioli. Questa è quella, che accompagnò Cristo in sulla croce, con Cristo fu soppellita, con Cristo risuscitò, con Cristo salí in cielo, e la quale eziandio in questa vita concede all’anime che di lei innamorano, agevolezza di volare in cielo; con ciò sia cosa ch’ella guati l’arme della vera umiltà e della carità. E però preghiamo i santissimi apostoli di Cristo, i quali furono perfetti amatori di