portò seco altro che due panetti. Et essendo giunti nella isola e l’amico partendosi per tornare a casa, sancto Francesco il pregò caramente che non rivelasse a persona come elli fosse ivi; e ch’elli non venisse per lui se non il Giovedí sancto. E cosí si partí colui, e sancto Francesco rimase solo; e non essendovi niuna abitazione, nella quale si potesse riducere, entrò in una siepe molto fonda, la quale i molti pruni et arboscelli aveano acconcia a modo d’una capannetta ovvero a modo d’uno cóvacciolo: et in questo cotale luogo si pose in orazione et a contemplare le cose cilestiali. Et ivi istette tutta la Quaresima senza mangiare e senza bere, altro che la metà d’uno di que’ panetti, secondo che trovò quello suo divoto il Giovedí sancto quando tornò a lui, il quale ritrovò, de’ due pani, l’uno intero e l’altro mezzo. E l’altro mezzo si crede che sancto Francesco mangiasse per reverenzia dello digiuno di Cristo benedetto; il quale digiunò xl. dí e xl. notti senza prendere alcuno cibo materiale. E cosí con quello mezzo pane cacciò da sé il veleno della vanagrolia, et ad esempio di Cristo digiunò 40 dí e 40 notti. Poi in quello luogo, dove sancto Francesco avea fatta cosí maravigliosa astinenzia, fece Iddio molti miracoli per gli suoi meriti; per la qual cosa cominciarono gli uomini a edificarvi delle case et abitarvi; e in poco tempo si fece un castello buono e grande, et è ivi il luogo de’ frati che si chiama il luogo della Isola; et ancóra