Disse il giovane: — Io saprei meglio rispondere a questa quistione che tu. — Allora frate Elia turbato, con furia chiuse l’uscio e partissi; poi cominciò a pensare della detta quistione et a dubitare tra sé medesimo; e non la sapeva solvere, imperò ch’elli era vicario dello Ordine, et avea ordinato e fatto costituzione oltre allo Vangelio et oltre alla regola di sancto Francesco, che niuno frate nello Ordine mangiasse carne; sicché la detta quistione era ispressamente contro a lui. Di che non sapendo dichiarare sé medesimo e considerando la modestia dello giovane e ch’elli avea detto che saprebbe rispondere a quella quistione meglio di lui, ritorna alla porta et aprela per domandare il giovine della detta quistione; ma egli s’era già partito, imperò che la superbia di frate Elia non era degna di parlare con l’Agnolo. Fatto questo, sancto Francesco, al quale ogni cosa era istata da Dio revelata, tornò della selva e fortemente con alta voce riprende frate Elia, dicendo: — Mal fate frate Elia superbo, che cacciate da noi gli Agnoli santi i quali ci vengono ad ammaestrare! — Io ti dico ch’io temo forte che la tua superbia non ti faccia finire fuori di questo Ordine. — E cosí gli divenne poi come sancto Francesco gli predisse; imperò ch’elli mori fuori dello Ordine. Il dí medesimo, in quella ora che quello Agnolo si partí, si apparí elli in quella medesima forma a frate Bernardo, il quale tornava da Sancto Iacopo et era alla riva d’uno grande