bello, apparecchiato a camminare, venne alla porta dello luogo, e picchiò sí in fretta e forte e per sí grande ispazio, che i frati molto si maravigliarono di cosí disusato modo di picchiare. Andò frate Masseo et aperse la porta e disse a quello giovane: — Onde vieni tu, figliuolo, che non pare che tu ci fossi mai piú, sí ài picchiato disusatamente? — Rispose il giovane: — E come si dee picchiare? — Disse frate Masseo: — Picchia tre volte, l’una dopo l’altra, di rado: poi aspetta tanto che lo frate abbia detto il pater nostro e vegnia a te: e se in questo intervallo elli non viene, picchia un’altra volta. — Rispose il giovane: — Io ho grande fretta, e però picchio cosí forte, però ch’io ho a fare lungo viaggio, e qua sono venuto per parlare a frate Francesco; ma elli istà ora nella selva in contemplazione, e però non lo voglio istorpiare; ma va, e mandami frat’Elia, che gli voglio fare una quistione, però ch’io intendo ch’elli è molto savio. — Va frate Masseo, e dice a frat’Elia che vada a quello giovane. E frate Elia se ne iscandalezza e non vi vole andare; di che frate Masseo non sa che si fare, né che risponFrate dere a colui; imperò che se dicesse: — Frate Elia non può venire, — mentiva; se dicesse com’elli era turbato, e non volea venire, temea di dargli malo assempro. E però che intanto frate Masseo penava a tornare, il giovane picchiò un’altra volta come prima; e poco istante tornò frate Masseo alla porta e disse allo giovine: — Tu