e vede tante e cosí grandi pentole collo isterminato fuoco; e ponsi a sedere, e con ammirazione considera e non dice nulla; ragguarda con quanta sollecitudine frate Ginepro fa questa cucina. Perocché ’1 fuoco era molto grande, e non potea troppo bene appressarsi a mestare le pentole, pigliò un’asse e colla corda la si legò al corpo molto bene istretta, e poi saltava dall’una pentola all’altra, ch’era un diletto a vederlo. Considerando ogni cosa con sua grande recreazione, questo frate esce fuori di cucina, e truova gli altri frati e dice: — Io vi so a dire che frate Ginepro fa nozze. — I frati ricevettono quel dire per beffe. E frate Ginepro lieva quelle sue pentole dal fuoco, e fa sonare a mangiare; et ordinano li frati a mensa, e vassene in refettorio con questa sua cucina tutto rubicondo per la fatica e per lo calore del fuoco, e dice alli frati: — Mangiate bene; e poi andiamo tutti ad orazione, e non sia nessuno che cogiti piú a questi tempi di cuocere; perocch’io n’ho fatta tanta oggi ch’io n’arò assai piú di quindici dí. — E pone questa sua pultiglia alla mensa dinanzi a’ frati, che non è porco in terra sí affamato che n’avesse mangiato. Loda frate Ginepro questa sua cucina per darle la vendita; e già vede che gli altri non ne mangiano, e dice: — Queste cotali galline hanno a confortare il célabro, e questa cucina vi terrà umido il corpo, ch’ell’è sí buona! — Et istando ifrati in tanta ammirazione e divozione a considerare la devozione e simplicità di fra-