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per grande spazio del dí; poi, cosí nudato, ne andò al convento. E vedendolo i frati cosí dinudato, ebbono grande compassione; e massimamente che per tutta la cittade era venuto cosi ignudo col suo fardello in capo, ripresonlo molto duramente, facendogli grandi minaccie. E l’uno dicea: —. Mettiamlo in carcere; — e l’altro dicea: — Impicchiamolo; — e gli altri diceano: — Non se ne potrebbe fare troppa giustizia di tanto malo esemplo, quanto costui à dato oggi di sè e di tutto l’Ordine. — E frate Ginepro tutto lieto, con ogni umiltade rispondeva: — Bene dite vero, perocché di tutte queste pene sono degno e di molte piú. — A laude di Gesú Cristo e del poverello Francesco. Amen.

Cap. IX.1

Come frate Ginepro, per vilificarsi, fece il giuoco dell’altalena.


AAndando una volta frate Ginepro a Roma, dove la fama della sua santità era già divulgata, molti Romani per grande divozione gli andarono incontro: e frate Ginepro, vedendo tanta gente

  1. Questo cap. manca al cod. Riccadiano