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Cap. V.
ssendo una volta frate Ginepro a Ascesi per la Natività di Cristo allo altare del convento in alte meditazioni, il quale altare era molto bene parato e ornato; a’ prieghi del sagrestano, rimase a guardia del detto frate Ginepro infino che ’l sagrestano andasse un poco a mangiare.-Et istando in divota meditazione, una poverella donna gli chiese limosina per Dio. A cui rispuose cosí: — Aspetta un poco, et io vedrò se di questo altare cosí adornato ti possa dare alcuna cosa. — Era a questo altare un fregio molto singulare, ornato con campanelle d’oro e d’ariento di grande valuta. Dice frate Ginepro: — Queste campanelle ci sono di superchio; e piglia uno coltello, e tutte ne le spicca del fregio, e dàlle a questa poverella per pietade. — Il sagrestano, mangiato ch’ebbe tre o quattro bocconi, si ricordò de’ modi di fra Ginepro, e cominciò forte a dubitare che dello altare cosí ornato, il quale egli avea lasciato in guardia, egli non gliene facesse iscandalo per zelo di caritade. E di súbito si lieva dalla mensa, e vanne in chiesa, e guarda