chiuse cosí: — lo ti comando, per sancta obbedienza, che tu faccia ciò ch’io ti comanderò. — Temendo sancto Bernardo che sancto Francesco non gli comandasse qualche cosa eccessiva, come soleva fare, volle onestamente ischifare quella obbedienza; onde elli rispose cosí: — Io sono apparecchiato a fare la vostra obbedienza, se voi mi promettete di fare quello che io comanderò a voi. — E promettendoglielo sancto Francesco, disse frate Bernardo: — Dite, padre, quello che voi volete ch’io faccia. — Allora disse sancto Francesco: — Io ti comando per sancta obbedienza che per punire la mia presunzione e lo ardire dello mio cuore, ora ch’io mi getterò in terra supino, mi ponghi l’uno piede in sulla gola e l’altro in sulla bocca, e cosí mi passi tre volte dall’uno lato all’altro, dicendomi vergogna et vitupero; et ispecialmente mi dí: Giaci, villano, figliuolo di Pietro Bernardone; onde viene a te tanta superbia, che se’ una vilissima criatura? — Udendo questo frate Bernardo, benché molto gli fosse duro a farlo, pure per la obbedienza istette quanto poté, il piú cortesemente adempié quello che sancto Francesco gli avea comandato. E fatto questo, disse sancto Francesco: — Or comanda tu a me ciò che tu voli ch’io faccia; però ch’io t’ò promesso obbedienza. — Disse frate Bernardo: — Io ti comando per sancta obbedienza, che ogni volta che noi siamo insieme, tu mi riprenda e corregga aspramente de’ miei difetti. — Di che