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l’anime de’ suoi frati che vanno a purgatorio, non piú agevolmente che in virtú delle sancte Istimate sue, sono liberate dalle pene e menate alla grolia di paradiso, secondo la parola che Cristo imprimendole disse a santo Francesco. Onde subitamente, détte queste parole, quello fuoco dello chiostro isvaní et il frate morto se ne venne a sancto Francesco et insieme con lui e con Cristo e con tutta quella biata compagnia groliosa, se n’andò in cielo. Della quale cosa questo frate suo compagno, ch’avea pregato per lui, veggendolo liberato dalle pene e menato a paradiso, ebbe grandissima allegrezza e poi narrò agli altri frati per ordine tutta la visione, et insieme con loro lodarono e ringraziarono Iddio. A laude di Cristo crucifisso. Ammen.


Uno nobile cavaliere di Massa di sancto Piero, ch’avea nome messere Landolfo, il quale era divotissimo di sancto Francesco e finalmente per le sue mani ricevette l’abito dello terzo Ordine, fu in questo modo certificato della morte di sancto Francesco e delle sue Istimate groliose. Ché essendo sancto Francesco vicino alla morte, in quello tempo il demonio entrò addosso a una femmina dello detto castello e crudelmente la tormentava; e cosí questo la faceva parlare per lettera sí sottilemente, che tutti i savj uomini e letterati che veniano a disputare con lei, ella