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tirci quinci, e che noi ci tornassimo tutti a Sancta Maria delli Angioli; però che noi non istiamo bene qui tra secolari. — Rispose sancto Francesco: — Carissimo frate, tu sai, che ora fa due anni, quando noi istavamo a Fuligno, Iddio ti rivelò il termine della vita mia, e cosí lo revelò ancóra a me che di qui a pochi di in questa infermità il termine si finirà; et in quella revelazione Iddio mi fece certo della rimissione di tutti i miei peccati e della beatitudine di paradiso. Infine a quella revelazione io piansi della morte e de’ miei peccati; ma poi ch’io ebbi quella revelazione, io sono stato sí pieno di allegrezza, ch’io non posso piú piagnere; e però io canto e canterò a Dio, il quale m’ha dato il bene della grazia sua, et àmmi fatto certo de’ beni della grolia di Paradiso. Ma dello nostro partire quinci io acconsento e piacemi; ma trovate modo di portarmi, imperò ch’io per la infermità non posso andare. — Allora i frati il presono a braccia, e sí lo portarono accompagnati da molti cittadini; e giugnendo ad uno ispedale ch’era nella via, sancto Francesco disse a quelli che lo portavano: — Ponetemi in terra e rivolgetemi verso la città. — E posto ch’elli fu colla faccia volta inverso Ascesi, elli benedisse la città di molte benedizioni dicendo: — Benedetta sei tu da Dio, città santa; imperò che per te molte anime si salveranno et in te molti servi di Dio abiteranno, e di te molti ne saranno eletti allo reame di vita eterna. — E détte queste pa-