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sangue che usciva dalla detta piaga: di che sancto Francesco lo riprendeva, quando s’avedeva ch’elli ispiegasse i suoi panni per vedere il detto sangue.
Il secondo modo si fu che una volta il detto frate Ruffino, grattando le reni a sancto Francesco, istudiosamente trascorse colla mano e mise le dita nella piaga dello costato; di che sancto Francesco per lo grande dolore ch’elli sentí, gridò forte: — Iddio te lo perdoni, o frate Ruffino, perché ài fatto cosí? —
Il terzo modo si fu che una volta elli con grande istanzia chiese a sancto Francesco per grandissima grazia che li desse la cappa sua e prendesse la sua per amore della carità. Alla cui pitizione, benché malagevolmente condiscendendo, il caritativo padre si trasse la cappa e diedegliela e prese la sua, et allora, nello trarre e rimettere, frate Ruffino chiaramente vide la detta piaga.
E frate Lione similmente e molti altri frati vidono le dette Istimate di sancto Francesco, mentre ch’elli vivea; i quali frati, benché per la loro santità fossono uomini degni di fede e da credere loro alla semplice parola, nondimeno, per tôrre via ogni dubbio de’ cuori, giurarono in sullo santo Libro ch’ellino l’avieno vedute chiaramente.
Vidonle ancóra alquanti cardinali, i quali aveano con lui grande familiarità e reverenzia; delle Istimate di sancto Francesco composeno e feceno belli e divoti inni, antifone e prose.