nanzi santo Francesco cominciò a gustare et a sentire piú abondantemente la dolcezza della divina contemplazione e delle divine visitazioni. Tra le quali elli n’ebbe una immediata e preparativa all’impressione delle Istimate, in questa forma. Il dí ch’era innanzi alla festa della Croce di settembre, istandosi sancto Francesco in orazione segretamente in cella sua, sí apparve l’angiolo di Dio, e dissegli dalla parte di Dio: — Io ti conforto et ammonisco che tu ti apparecchi e disponghi umilemente con ogni pazienzia a ricevere ciò che Dio vorrà in te fare. — Risponde sancto Francesco: — Io sono apparecchiato a sostenere pazientemente ogni cosa che il mio Signore mi vole fare; — e detto questo l’angiolo si partí. Viene il dí seguente, cioé il dí della Croce, e sancto Francesco la mattina per tempo anzi dí si gitta in orazione dinanzi all’uscio della sua cella, volgendo la faccia verso levante, e orava in questa forma: — Signore mio Jesú Cristo, due grazie ti prego che mi facci innanzi che io muoia, La prima è che in vita mia io senta nella anima e nello corpo mio quanto è possibile quello dolore che tu, dolce Jesú, sentisti nella ora della tua acerbissima passione, la seconda è ch’io senta quanto è possibile quello eccessivo amore dello quale tu, figliuolo di Dio, eri acceso a sostenere volentieri tanta passione per noi peccatori. Et istando lungamente in questo priego, sí intese che Iddio lo esaudirebbe, e che, quanto fosse