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l’Evangelista, le pietre si spezzarono; e questo volle Iddio che singularmente apparisse in su quello monte della Verna a significare che in esso monte si deve rinnovellare la passione di Jesú Cristo nella anima sua per amore di compassione, e nello corpo suo per impressione delle Istimate. Auta ch’ebbe sancto Francesco questa revelazione, immantanente si racchiude in ceila e tutto si raccoglie in sé medesimo e disponsi a intendere il misterio di questa revelazione. E d’allora innanzi sancto Francesco per la continua orazione cominciò ad assaggiare piú ispesso la dolcezza della divina contemplazione; per la quale egli ispesse volte era sí ratto in Dio, che corporalmente elli era veduto da’ compagni elevato da terra e ratto fuori di sé. In questi cotali ratti contemplativi gli erano rivelate da Dio non solamente le cose presenti e le future, ma eziandio i segreti pensieri et appetiti de’ frati, siccome in sé medesimo provò frate Lione suo compagno in que’ dí. Il quale frate Lione, sostenendo dallo dimonio una grandissima tentazione non corporale ma ispirituale, sí gli venne grande voglia d’avere qualche cosa divota iscritta di mano di sancto Francesco, e pensava che se elli l’avesse, quella tentazione si partirebbe, o in tutto, o in parte; et abbiendo questo desiderio, per vergogna e per reverenzia non era ardito di dirlo a sancto Francesco. Ma a cui nollo disse frate Lione, si lo revelò lo Spirito santo. Diché sancto Francesco il chiamò a sé, e fe-