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Francesco, insieme colli compagni e collo villano, ringraziarono Iddio dello miracolo mostrato, e poi camminarono oltre; et appressandosi a pié dello sasso propio della Verna, piacque a sancto Francesco di riposarsi un poco sotto una quercia che era in sulla via. Et ivi ancóra istando sotto essa, sancto Francesco cominciò a considerare la disposizione dello luogo e dello paese, et istando in questa considerazione ecco venne una grande moltitudine di diversi uccelli, i quali collo cantare e battere l’alie mostravano tutti grandissima festa et allegrezza, et attorniaro sancto Francesco in tal modo che alquanti gli si posono in sullo capo, alquanti in sulle ispalle, alquanti in sulle braccia, alquanti in grembo et alquanti a’ piedi d’intorno. Vedendo questo i suoi compagni et il villano, e maravigliandosi, sancto Francesco tutto allegro in ispirito disse cosí: — Io credo, carissimi fratelli, che al nostro signore lesú Cristo piace che noi abitiamo in questo mondo solitario, poiché tanta allegrezza ne fanno della nostra venuta le nostre sirocchie e fratelli uccelli. — E détte queste parole, si levò suso e camminarono, e finalmente pervennono allo luogo che aveano in prima preso i suoi compagni. A laude di Dio et a grolia dello suo santissimo nome. Ammen.

E questo è quanto alla prima considerazione; cioè che sancto Francesco pervenne al monte sancto della Verna.