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ricoverarono ad albergo in una chiesa abbandonata e disabitata, et ivi si puosono a riposare. E dormendo i compagni, sancto Francesco si gittò in orazione, e perseverando in orazione, eccoti in sulla prima vigilia della notte venire una grande moltitudine di dimonj ferocissimi con rumore et istropiccío grandissimo, e cominciarono a dargli forte battaglia e noia; onde l’uno lo pigliava di qua e l’altro di là; l’uno il tirava in giú e l’altro in su; l’uno il minacciava d’una cosa e l’altro gli rimproverava un’altra; e cosí in diversi modi s’ingegnavano di sturbarlo della orazione; ma non poteano, però che Iddio era con lui. Onde, quando sancto Francesco ebbe assai sostenuto queste battaglie de’ dimonj, cominciò a gridare ad alta voce: — O ispiriti dannati, voi non potete niente, se non quanto la mano di Dio vi permette; e però dalla parte dello onnipotente Iddio io vi dico che voi facciate nello corpo mio ciò che è permesso da Dio, conciò sia cosa ch’io il sostengo volentieri; imperò ch’io non è maggiore nemico che lo corpo mio; e però, se voi per me fate vendetta dello mio nemico, voi mi fate troppo grande servizio. — Allora i dimonj con grandissimo impito e furia sí lo presono e cominciaronlo a strascinare per la chiesa, et a fargli troppo maggiore molestia e noia che prima. E sancto Francesco allora cominciò a gridare et a dire: — Signore mio, io ti ringrazio di tanto amore e carità quanta tu