Pagina:Anonimo - I fioretti di Sancto Francesco.djvu/225


— 207 —

di grande senno e di grande eloquenzia, e frate Agnolo Tancredi d’Ascesi, il quale era molto gentile uomo et era istato cavaliere nello secolo, e frate Lione, il quale era uomo di grandissima semplicità e purità, per la quale sancto Francesco molto l’amava e quasi ogni suo segreto gli rivelava. Con questi tre frati sancto Francesco si pose in orazione, e poi, finita l’orazione, raccomandando sé et i sopradetti compagni alle orazioni delli frati che rimaneano, si mosse con quelli tre nello nome di Gesú Cristo crocefisso per andare allo monte della Verna. E movendosi, sancto Francesco chiamò uno de’ tre compagni, cioé frate Masseo, e sí disse cosí: — Tu, frate Masseo, sarai nostro guardiano e nostro prelato in questo viaggio, mentre che noi andremo et istaremo insieme e sí serveremo la nostra usanza, cioè, o che noi diremo ufficio, o noi parleremo di Dio, o noi terremo silenzio e non penseremo innanzi dello mangiare, né dello dormire; ma quando sarà l’ora d’albergare, noi accatteremo un poco di pane e si ci staremo e riposeremo in quello luogo che Dio ci apparecchierà. — Allora questi tre compagni inchinarono i capi, e facendosi il segno della croce andarono oltre. E la prima sera giunsono a uno luogo di frati, et ivi albergarono; la seconda sera, tra per lo mal tempo e perché erano istanchi non potendo giungere a niuno luogo di frati, né a castello o villa niuna, sopraggiungendo la notte col mal tempo,