mente. Et in fine disse questo messere Orlando a sancto Francesco: — Io ò in Toscana uno monte divotissimo, il quale si chiama il monte della Verna, lo quale è molto solitario e salvatico, et è troppo bene atto a chi volesse fare penitenza in luogo rimosso dalla gente, o a chi desidera vita solitaria. S’egli ti piacesse, volentieri il donerei a te et a’ tuoi compagni, per salute della anima mia. Udendo sancto Francesco cosí liberale proferta di quella cosa ch’elli desiderava molto, ebbe grandissima allegrezza, e lodandone e ringraziandone prima Iddio e poi messere Orlando, sí gli disse cosí: — Messere, quando voi sarete tornato a casa vostra, io manderò a voi de’ miei compagni, e voi mostrerete loro quello monte; e s’egli parrá loro atto ad orazione et a fare penitenzia, infino a ora io accetto la vostra caritativa profferta. — E detto questo, sancto Francesco si parte, e compiuto ch’elli ebbe il suo viaggio, si tornò a Sancta Maria delli Angioli; messere Orlando simigliantemente, compiuta la solennità di quello corteo, si ritornò allo suo castello, che si chiamava Chiusi, il quale è presso alla Verna a uno miglio. Tornato adunque sancto Francesco a Sancta Maria delli Angioli, e’ sí mandò due de’ suoi compagni al detto messere Orlando. I quali giugnendo a lui, furono con grandissima allegrezza e carità da lui ricevuti; e vogliendo elli mostrare loro il monte della Verna, si mandò con loro bene da cinquanta uomini armati, acciò