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divino, che se tutte le spezierie e tutte le odorifere cose dello mondo fossono state ragunate insieme, sarebbono parute uno puzzo a comparazione di quello odore. Et in esso fu allora frate Giovanni tutto ratto e consolato et inluminato, e durogli quello odore nella anima sua molti mesi. E d’allora innanzi della sua bocca, abbeverata alla fonte della divina sapienza nello sagrato petto dello Salvatore, uscivano parole maravigliose e cilestiali, le quali mutavano i cuori di chi le udiva, e facevano grande frutto alle anime. E nello viottolo della selva, nello quale istetteno i benedetti piedi di Cristo, e per buono ispazio d’intorno, sentiva frate Giovanni quello odore, e vedeva quello isprendore sempre quando v’andava. Ivi a gran tempo poi, ritornando in sé poi frate Giovanni dopo quello ratto, e disparendo la presenza corporale di Cristo, elli rimase sí inluminato nella anima nello abisso della sua divinità che, bene ch’elli non fosse uomo litterato per umano istudio, nondimeno elli meravigliosamente solveva le questioni sottilissime et alte della Trinità divina e li profondi misteri della sancta Iscrittura; e molte volte, parlando dinanzi allo Papa et a’ cardinali e dinanzi alli re baroni e maestri e dottori, tutti gli metteva in grande istupore, per le alte parole e profonde sentenze ch’elli diceva. A laude di Cristo. Ammen.