zia, et acceso il suo desiderio, uno di che frate Giovanni s’andava per la detta selva cosí afritto e tribolato, è per lassezza si puose a sedere accostandosi a uno faggio, et istava colla faccia tutta bagnata di lagrime guatando inverso il cielo, ecco subitamente apparve Jesú Cristo presso a lui nello viottolo, onde frate Giovanni era venuto; ma non diceva nulla. Veggendo frate Giovanni e riconoscendolo bene ch’elli era Cristo, subitamente gli si gettò a’ piedi, e con ismisurato pianto il pregava umilissimamente e diceva: — Soccorrimi, Signor mio, imperò che sanza te, salvatore mio dolcissimo, io istò in tenabre et in pianto. Sanza te, agnello mansuetissimo, istò in angoscia et in paura; sanza te, figliuolo di Dio altissimo, istò in confusione et in vergogna; sanza te io sono ispogliato d’ogni bene et accecato, imperò che tu se’ Gesú, vera luce delle anime; sanza te io sono perduto e dannato, imperò che tu se’ vita delle anime e vita delle vite; sanza te sono isterile et arido, però che tu se’ fonte d’ogni dono e d’ogni grazia; sanza te io sono al tutto isconsolato, però che tu se’ Jesú nostra redenzione, amore e desiderio, pane confortativo e vino, che rallegri i cuori delli angioli, i cuori di tutti i santi; inlumina me, maestro grazioso e pastore piatosissimo, imperò ch’io sono tua pecorella, benché indegna. Ma imperciò che il desiderio de’ santi uomini, il quale Iddio indugia ad esaudire, sí gli accende a maggiore amore e merito, Cristo