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deva nello ramo; e Cristo al grido suo chiamò sancto Francesco e diedegli una pietra focaia tagliente, e dissegli: — Va, e con questa pietra taglia l’unghie di frate Bonaventura, colle quali elli vole graffiare frate Giovanni, sicch’elli non gli possa nuocere. — Allora sancto Francesco venne e fece come Cristo gli avea comandato. Fatto questo, venne una tempesta di vento e percosse nello albero si forte, che i frati ne cadevano a terra, e prima ne cadeano quegli che aveano tutto versato il calice dello ispirito della vita, et erano portati da’ demonj in luoghi tenebrosi e penosi. Ma frate Giovanni, insieme con gli altri che aveano bevuto tutto il calice, furono traslatati dalli angioli in luogo di vita e di lume eterno e di sprendore beato. Et intendeva e dicerneva il sopradetto frate lacopo, che vedeva la visione, particularmente e discretamente ciò che vedea, quanto a nomi e condizioni et istati di ciascuno chiaramente. E tanto bastò quella tempesta contro all’albero, ch’ello cadde, et il vento lo ne portò. E poi, immanianente che cessò la tempesta, della radice di questo albero ch’era d’oro, uscí un altro albero tutto d’oro, il quale produsse foglie e frutti orati. Dello quale albero e della sua dilatazione, profondità e bellezza, odore e virtú, è meglio a tacere che dire al presente. A laude di Cristo. Ammen.