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te sua è passata alli segreti cilestiali, e le parole sue sono parole dello Ispirito santo, e non è uomo sopra la terra, cui io tanto desideri di vedere. Questo frate lacopo, nello principio dello ministero di frate Giovanni da Parma, orando una volta, fu ratto in Dio, et istette tre di in questo ratto in estasi, sospeso da ogni sentimento corporale; et istette sí insensibile, che i frati dubitarono ch’elli fosse morto. Et in quello ratto gli fu rivelato da Dio ciò che dovea essere et adivenire intorno alla nostra Religione. Per la qual cosa, quand’io l’udí, mi crebbe il disiderio di vederlo e di parlare con lui; e quando piacque a Dio, io ebbi agio di parlargli e pregarlo in questo modo: — Se vero è quello ch’io ò udito di te, io ti priego che tu nollo mi tenga celato. Io ò udito, che quando tu fosti tre di quasi morto, tra l’altre cose Iddio ti rivelò ciò che dovea addivenire in questa nostra Religione, e questo à auto a dire frate Matteo ministro della Marca, al quale tu per obbedienza lo rivelasti. — Allora frate Iacopo, con grande umilità, gli concedette che quello che dicea frate Matteo era vero. Et il dire di frate Matteo ministro della Marca era questo: — Io so frate, al quale Iddio à rivelato tutto quello che adiverrà nella nostra Religione; imperò che frate lacopo della Massa m’à manifestato e detto che dopo molte cose, le quali Iddio gli rivelò dell’istato della chiesa militante, elli vide in visione uno albero bello e grande molto, la cui ra-