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aperse uno di quelli bossoli, e tutta la casa fu ripiena d’odore; e prendendo con uno cucchiaio di quello lattuario, il diede allo infermo; il quale, sí tosto come l’ebbe assaggiato, sentí tanto conforto e tanta dolcezza, che l’anima sua non pareva che potesse istare nello corpo. Onde cominciò a dire: — Non piú, o soavissima madre, Vergine benedetta e salvatrice della umana generazione; non piú, ch’io non posso sostenere tanta soavità! — Ma la pietosa e benedetta Madre, pur porgendo ispesso di quello lattuario all’infermo e facendoglielo prendere, votò tutto il bossolo. La Vergine benedetta prende il secondo, e mettevi il cucchiaio per dargliene; di che costui dolcemente si rammarica, dicendo: — O beatissima Madre di Dio, se l’anima mia quasi tutta è liquefatta per l’odore e soavità dello primo lattavaro, come potrò io sostenere il secondo? lo ti priego, benedetta sopra i Santi e sopra tutti gli Angioli, che tu non me ne vogli piú dare! — Risponde la nostra Donna: — Assaggia, figliuolo, pure un poco di questo secondo bossolo. E dandonegli un poco, disse: — Oggimai, figliuolo, tu n’ài tanto che ti può bastare. Confórtati, figliuolo, imperò che tosto verrò per te, e menerotti allo reame dello mio Figliuolo, il quale tu ài sempre disiderato e cercato. — E detto questo, iscommiattandosi da lui si partí, e rimase sí consolato e confortato, per la dolcezza di quello confetto, che per piú dí sopravivette sazio e forte, sanza cibo niuno corporale; dopo e