santo frate. E tutte queste cose recitò a me frate Ugolino. Il detto frate Giovanni, il quale era uno uomo allegro e riposato, e rade volte parlava, et era uomo di grande orazione e divozione, et ispezialmente dopo Mattutino mai non tornava alla cella, ma istava in chiesa in orazione insino a dí; et istando elli una volta dopo Mattutino in orazione, si gli apparve l’angiolo di Dio e dissegli: — Frate Giovanni, elli è compiuta la tua vita, la quale tu ài tanto tempo aspettato, e però io t’annunzio dalla parte di Dio che tu adomandi qualunque grazia tu voli, et anche t’annunzio che tu eleghi qual tu voli, o uno di in purgatorio, o sette dí di pene in questo mondo. — Et eleggendo frate Giovanni piuttosto sette di di pene in questo mondo, subitamente elli infermò di diverse infermità; imperò che gli prese la febbre forte e la gotta nelle mani e ne’ piedi, il male dello fianco e molti altri mali. Ma quello che peggio gli faceva, si era che uno dimonio gli stava dinanzi e tenea in mano una grande carta iscritta di tutti i peccati che elli avea mai fatti o pensati, e dicevagli: — Per questi peccati che tu ài fatti, collo pensiero e colla lingua e coll’opere, tu se’ dannato nello profondo dello inferno! Et elli non si ricordava di niuno bene ch’elli avesse mai fatto, né ch’elli fosse nell’Ordine, né fosse mai istato; ma cosí si pensava d’essere dannato come il dimonio gli diceva. Onde, quando elli era domandato com’egli istesse, rispondea: — Io istò male, però ch’io sono