riputato uno de’ piú savj uomini dello mondo, richiesto dallo detto re Federigo, s’accostò a lui e diventò ribello della Chiesa, et appostata dell’Ordine. Per la qual cosa elli fu iscomunicato dallo Papa e privato dello abito di sancto Francesco, et istando cosí scomunicato infermò gravemente. La lui infermità udendo uno suo fratello, frate laico, il quale era rimaso nell’Ordine, et era uomo di buona vita et onesta, si lo andò a visitare e, tra l’altre cose, sí gli disse: — Fratello mio carissimo, molto mi dolgo che tu se’ iscomunicato e fuori dello Ordine tuo, e cosí ti morrai; ma se tu vedessi via o modo per lo quale io ti potessi trarre di questo pericolo, volentieri ne prenderei per te ogni fatica. — Rispose frate Elia: — Fratello mio, io non ci veggio altro modo se non che tu vada al Papa, e pregalo per l’amore di Cristo e di sancto Francesco suo servo, per gli cui ammaestramenti io abbandonai il mondo, m’assolva della iscomunicazione, e restituiscami l’abito della Religione. — Disse questo suo fratello che volentieri s’affaticherà per la sua salute; e partendosi da lui se n’andò a’ piedi dello sancto Padre, pregandolo umilissimamente che faccia grazia allo suo fratello, per amore di Cristo e di sancto Francesco. E come piacque a Dio, il Papa gli concedette ch’elli tornasse, e se trovasse vivo frat’Elia, sí lo assolvesse da sua parte della iscomunicazione, e restituissegli l’abito. Di che costui si partí lieto, e con grande fretta