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riscaldò dello divino amore, e disse: — Bene facesti, figliuolo, che credesti a frate Francesco; imperò che colui che ti avea contristato, era il diavolo; ma io sono Cristo tuo maestro, e per rendertene ben certo io ti do questo segnale, che mentre che tu viverai, non sentirai giammai tristizia niuna, né malinconia. — E detto questo si partí Cristo, lasciandolo con tanta allegrezza e dolcezza di spirito e levazione di mente, che il dí e la notte era assorto e ratto in Dio. E da allora innanzi fu sí confermato in grazia e sicurtà della sua salute, che tutto diventò mutato in altro uomo, e sarebbesi istato il dí e la notte in orazione a contemplare le cose divine, se altri l’avesse lasciato. Onde diceva sancto Francesco di lui, che frate Ruffino era in questa vita canonizzato da Gesú Cristo, e che, fuori che dinanzi a lui, elli non dubiterebbe di dire sancto Ruffino, bench’elli fosse ancóra vivo in terra. A laude di Cristo. Amen.