Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 111 — |
Cap. XXVIII.
uanta grazia Iddio ispesse volte faccia a poveri evangelici, i quali per l’amore di Cristo abbandonano il mondo, si dimostrò in frate Bernardo da Quintavalle. Il quale, poi che ebbe preso l’abito di sancto Francesco, ispesse volte era ratto in Dio, per contemplazione delle cose cilestiali. Tra l’altre adivenne una volta che, essendo elli in chiesa ad udire la Messa e istando con tutta la mente sospeso in Dio, diventò sí assorto e ratto in contemplazione, che levandosi il corpo di Cristo, non se ne avide niente, né si inginocchiò, né si trasse il capuccio, come facevano gli altri che v’erano, ma senza battere occhi, cosí fisso guatando, istette dalla mattina insino a nona. Ritornando in sé, andava per lo luogo gridando con voce ammirativa: — O frati! o frati! o frati! Non è niuno in questa contrada sí grande, né sí nobile, al quale, se gli fosse promesso uno palagio bellissimo, pieno d’oro, non gli fosse agevole portare un sacco pieno di letame, per guadagnare quello tesoro cosí nobile! — A questo tesoro cilestiale, promesso alli amatori di Dio, fu