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frate minore. — Dice il portinaio: — Aspettami, che ci voglio menare sancto Francesco a sapere s’elli ti conosce. — Andando colui per sancto Francesco, questi comincia a sguardare le mura maravigliose di questo palagio; et eccoti queste mura pareano tralucenti di tanta chiarità, ch’elli vedea chiaramente i cori de’ santi e ciò che dentro si faceva. Et istando costui istupefatto in questo riguardare, ecco venire sancto Francesco e frate Bernardo e frate Egidio, e dopo sancto Francesco tanta moltitudine di santi e di sante, che avieno seguíta la vita sua, che quasi pareano innumerabili. Giugnendo sancto Francesco, disse allo portinaio: — Lascialo entrare, però ch’egli è de’ miei frati. — Sí tosto come fu entrato dentro, sentí tanta consolazione e tanta dolcezza, che elli dimenticò tutte le tribulazioni ch’elli avea aute, come se mai non fossono istate. Et allora sancto Francesco, menandolo per dentro, sí mostra molte cose maravigliose; e poi gli disse: — Figliuolo, e’ ti conviene ritornare allo mondo, et istarvi sette dí, ne’ quali tu t’apparecchia diligentemente con ogni divozione; imperò che dopo i sette dí, io verrò per te et allora tu verrai meco a questo luogo de’ beati. — Et era sancto Francesco ammantato d’uno mantello maraviglioso, adornato di stelle bellissime; e le sue cinque Istimate erano come cinque istelle bellissime e di tanto isprendore, che tutto il palagio alluminavano colli loro raggi. E frate Bernardo avea in capo una corona