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nace, et anche mi voli menare in viaggio pericoloso! — Allora l’angiolo toccò e fecielo sano e forte, e poi lo menò a uno ponte, il quale non si poteva passare sanza grande pericolo, imperò ch’elli era molto sottile et istretto e molto isdrucciolente, sanza isponde da lato, e di sotto passava uno fiume terribile, pieno di serpenti, e di dragoni e scarpioni, e gittava uno grandissimo puzzo; e l’angiolo gli disse: Passa questo ponte, che al tutto ti conviene passare. Risponde costui: — E come il potrò io passare, ch’io non caggia in quello pericoloso fiume? — Disse l’angiolo: — Vieni dopo me e poni tuo pié dove tu vedrai ch’io porrò il mio, e cosí passerai bene. — Passa questo frate dietro allo angiolo, com’egli avea insegnato, tanto che elli giunse a mezzo il ponte; et essendo cosí in sullo mezzo, l’angiolo si voló via, e partendosi da lui se n’andò in su uno monte altissimo, al di lá assai di questo ponte. E costui considerava bene il luogo dov’era volato l’angiolo; ma rimanendo elli sanza guidatore e raguardando giú, vedea quelli animali terribili stare co’ capi fuori della acqua e colle bocche aperte, apparecchiati a divorarlo, s’elli cadesse. Era in tanto tremore, che per niun modo non sapea che si fare né che si dire, però che non potea tornare indietro né andare innanzi; onde, veggendosi in tanta tribolazione e che non avea altro rifugio che solo Iddio, sí si chinò et abracciò il ponte con tutto il cuore, e con lagrime si raccomanda a Dio,