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uomini com’io? dunque come le sostenete voi, cosí potrò io, colla grazia di Cristo. — Piacque molto a sancto Francesco quella risposta: di che, benedicendolo, immantanente lo ricevette all’Ordine, e posegli nome frate Agnolo. E portossi questo giovane sì graziosamente, che ivi a poco tempo sancto Francesco il fece guardiano nello luogo dello detto Monte Casale. In quello tempo usavano nella contrada tre nominati ladroni, i quali facevano molti mali nella contrada; i quali vennono un dí allo detto luogo de’ frati, e pregarono il detto frate Agnolo guardiano, che desse loro mangiare. Il guardiano risponde loro in questo modo, riprendendogli aspramente: — Voi ladroni e crudeli omicide, non vi vergongnate di rubare le fatiche altrui; ma, eziandio come presontuosi et isfacciati, volete divorare le limosine che sono mandate a’ servi di Dio, che non sete pur degni che la terra vi sostenga; però che voi non avete niuna riverenza né a uomini, né a Dio che vi criò; andate dunque per gli fatti vostri, e qui non apparite piú. Di che coloro, turbati, si partirono con grande isdegno. Et ecco sancto Francesco tornare di fuori colla tasca dello pane e con uno vasello di vino, il quale elli e lo compagno avieno accattato; e recitandogli il guardiano com’egli avea cacciato coloro, sancto Francesco forte lo riprese, dicendogli: — Tu ti se’ portato crudelemente; imperò che i peccatori meglio si inducono a Dio con dolcezza, che con crudeli